Fòndaco dall'arabo funduq,magazzino.Nelle
città di mare indicavano,sin dal medioevo, dei luoghi,di proprietà
di ricchi signori o associazioni caritatevoli,messi a disposizione
dei mercanti stranieri per farvi depositare
le loro merci,godendo di agevolazioni doganali
e dove questi presero poi sinanche a dimorarvi.
Si trattava di edifici decadenti
poco alti con ingressi bui e spesso senza finestre che si affacciavano
su di un cortile circolare a cui si accedeva,solitamente, attraverso
un archetto,una sorta di supportico più o meno profondo.
Col tempo,la cronica carenza di abitazioni,fece
si che la gente si spingesse ad occupare questi spazi adattandosi
alla meno peggio anche alle situazioni più terribili come la
quasi totale assenza di servizi igienici.Uno solo il bagno,
in comune e sversava all'aperto,nel cortile.Topi, insetti,
malattie la facevano da padroni.Simbolo di degrado a tal punto
che una donna volgare e sguaiata veniva fino a pochissimi anni
fa ancora definita femmena funnachèra (abitante
del fùnneco,il fòndaco).
Sparsi in tutti i quartieri della città
,nell'ottocento ne furono censiti 100,(molti,poi,demoliti col
risanamento) negli anni cinquanta poco piu' di 60.
Ma quanti e quali fòndaci attualmente
sopravvivono nella città e come sono diventati? Anche a seconda dei quartieri in cui si trovano li vediamo ora ristrutturati,ora
trasformati in condomìni con l'archetto di ingresso chiuso da
un portone,ora tristemente quasi cristallizzati nel tempo.
Grazie all'impegno profuso dall'autore
degli scatti nella loro ricerca,vongolen@pulitane
è in grado di offrirvi una serie di immagini di come sono
oggi.
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